Come perdonare e lasciar andare il rancore

Perdono e rancore sono legati indissolubilmente dalla stessa struttura mentale, il miglioramento personale passa anche attraverso la gestione di questi due stati d'animo

Rancore e perdono
Rancore e perdono, come fare
Il perdono occupa una buona fetta della nostra vita, sia per quel che riguarda il rapporto con gli altri, sia con noi stessi.
Non ci addentreremo ovviamente nel significato religioso del termine, tralasciando quindi ogni sorta di considerazione sul perdono dei peccati.

Quello che ci interessa capire, è cosa sia il perdono e quali diverse strutture mentali possa sostenerlo o ostacolarlo. Innanzitutto, osserviamo che, generalmente, il perdono segue quasi sempre questo percorso: richiesta/concessione/diniego.

Più raramente, il perdono viene concesso senza che la parte interessata lo abbia richiesto. Perdonare, comporta, non tanto la cancellazione totale dell'atto che ci ha procurato afflizione, sofferenza estrema, e magari anche perdita, quanto la ristrutturazione dello schema mentale che sta alla base dell'incolpazione dell'atto.

In pratica, quando si perdona, l'azione rimane tale mentre si va a rimuovere la volontarietà del gesto. Il rancore resiste fin quando abbiamo ancorato in noi la convinzione che l'atto lesivo sia stato compiuto volontariamente.

Rimossa questa convinzione, rimane praticamente nulla sulla strada de perdono. Quando il perdono è profondo, vengono rimosse tutta una serie di ramificazioni di pensieri legati al rancore che il sollievo mentale viene vissuto come una sorta di liberazione dalle catene.

E in effetti, è questo quello che succede. Il rancore, ha nel tempo costruito delle autostrade di pensiero piene di tensione e di sofferenza. Il perdono, cancellando il rancore, va di fatto a liberare intere aree neurologiche procurando una nuova sensazione di leggerezza. Perdonare si può, si deve.

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